Le politiche del pubblico dei musei italiani. Tra bilanci e prospettive.

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Intervista a Ludovico Solima a cura di Alessandro Bollo

Tipologia: 
Intervista/Reportage
Data pubblicazione: 
Giugno 2005

Caro Ludovico, da parecchio tempo ti occupi di problematiche legate al management e al marketing dei musei. Provando a fare un bilancio degli ultimi anni, quali aspetti di cambiamento nel processo di "messa in offerta" del patrimonio museale italiano ti sembrano particolarmente rilevanti?
 
Riflettendo su quanto accaduto nel corso degli ultimi anni, mi sembra possibile segnalare alcuni fenomeni che ritengo – sotto questo profilo – di grande interesse.

Il primo è connesso alla progressiva diffusione dei servizi aggiuntivi – o, come vengono ora chiamati, "servizi di accoglienza" – all'interno dei musei italiani. Questo fenomeno, se da un lato ha contribuito a migliorare il livello qualitativo del sistema di offerta museale – e, quindi, dell'esperienza di fruizione del visitatore – ha dall'altro favorito il dialogo tra soggetto pubblico ed operatore privato, promuovendo indirettamente la ricerca di un terreno comune, di uno spazio di azione condiviso nel quale il perseguimento della finalità pedagogica ed educativa del bene culturale potesse coniugarsi con la ricerca del profitto da parte del soggetto imprenditoriale. In realtà, la strada da percorrere è ancora lunga, considerando che il primo decennio ha risentito – sotto molti profili – dei caratteri della sperimentazione; è cioè necessario che tale esperienza si consolidi, anche attraverso lo sviluppo di specifiche professionalità, sia in ambito pubblico che nel settore privato.

Parallelamente, mi sembra di cogliere una progressiva crescita di interesse, da parte dell'operatore del settore, nei confronti di un approccio al governo dell'istituzione museale di tipo più "moderno", nel quale trovano diritto di cittadinanza una pluralità di metodologie e di tecniche di derivazione manageriale, le quali possono offrire un contributo importante per gestire in maniera ottimale le diverse risorse a disposizione di un museo. Risorse che non sono solo quelle "culturali" – tipicamente, la collezione permanente – ma anche, e direi soprattutto, quelle "intellettuali", cioè il patrimonio di conoscenze sedimentato nelle professionalità che lavorano nel museo, o comunque a servizio del museo. In altri termini, la valorizzazione dei beni culturali transita – a mio avviso – per la valorizzazione del sistema di conoscenze di cui ciascun museo dispone ma che, per mille motivi, non sempre è possibile mettere a frutto.

Intervista completa: