Se vuoi "fare teatro" devi conoscerne ogni minimo dettaglio, il teatro non lo si può fare stando chiusi in una stanza!

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intervista ad Ascanio Celestini a cura di Luisella Carnelli

Tipologia: 
Intervista/Reportage
Data pubblicazione: 
Ottobre 2009

Venerdì 6 marzo 2009, Rivoli, palcoscenico del teatro, ore 23.30: dopo la rappresentazione di Fabbrica, Ascanio Celestini, maglietta, jeans e un avvitatore in mano, è impegnato nello smontaggio delle scenografie dello spettacolo. Un po' stupita nel vedere un attore-regista-drammaturgo-organizzatore alle prese con i lavori di falegnameria spicciola da attrezzista, mi avvicino e mi complimento con lui per lo spettacolo, sempre mentre Ascanio continua a lavorare con il suo avvitatore.
Da una chiacchierata informale dopo spettacolo nasce così l'idea di un'intervista, secondo una prospettiva un po' nuova per Ascanio, ma in linea con le tematiche che più interessano fizz.it. Il risultato è nelle pagine che seguono.
  
 
Secondo te, qual è il ruolo che ha attualmente il teatro in Italia e quale dovrebbe avere?
 
 
Il teatro in Italia è per certi versi bloccato a livello istituzionale: i parametri da seguire per i finanziamenti a livello ministeriale e/o per avere degli spazi sono molto rigidi, e si basano essenzialmente su criteri di tipo quantitativo. In Italia non è possibile fare ricerca, la puoi fare solo a tue spese; non c'è alcuna struttura che ti fornisce un supporto o ti avvalla.
Allo stato attuale il teatro in Italia è fortemente istituzionalizzato, ed è ancorato a uno status quo che fa parte del passato. Si vedono spettacoli imbarazzanti e la maggior parte della gente frequenta questo tipo di teatro perché non ne conosce un altro, non ha una vera alternativa.
 
 
Quali sono gli elementi che impediscono uno sviluppo e un rinnovamento del teatro italiano sotto il profilo sia artistico sia organizzativo?
 
 
Innanzitutto, l'immobilismo delle istituzioni; quindi la disattenzione da parte dell'informazione: del teatro non si parla, e per le persone che non lo seguono direttamente, il teatro non esiste. La stampa e i giornalisti prendono in considerazione e dedicano attenzione e spazio esclusivamente agli spettacoli che rientrano nel circuito più "tradizionale" e che si rivolgono a quegli spettatori che già abitualmente frequentano il teatro. Se nessuno parla esplicitamente di cos'è il teatro, di come funziona, del lavoro che fanno le compagnie teatrali e quanti ogni giorno lavorano per fare sì che uno spettacolo esista, è normale che per la maggior parte dei cittadini tutto questo non esista.
Sembra esserci anche scarso interesse nei confronti di chi non conosce il teatro, ma forse lo potrebbe amare, o quantomeno potrebbe andarci.
 

Intervista completa: