Mobilità degli artisti: uno sguardo europeo
Per "mobilità internazionale" di artisti e operatori culturali si intende, in generale, la possibilità di lavorare in un paese diverso da quello di residenza abituale; a seconda del settore di attività e del tipo di professionalità - e a seconda che si tratti di singoli artisti/operatori o di compagnie, festival o gruppi - vi sono naturalmente situazioni, esigenze, ostacoli e opportunità diversi. Un video-artist invitato a esporre i propri lavori in una galleria estera, un coreografo che intenda partecipare a una residenza in un altro Paese e una compagnia teatrale in tournée internazionale, per citare alcuni esempi all'ordine del giorno, condividono alcuni bisogni comuni e si distinguono per problematiche specifiche legate al campo di attività, al tipo di professionalità e a una serie di condizioni contingenti.
Ad accomunare tuttavia artisti e professionisti della cultura, indipendentemente dal settore e dalla tipologia di attività, è il bisogno di "viaggiare attraverso i confini per ampliare il raggio delle loro attività e incontrare nuovi pubblici, trovare nuove e stimolanti fonti di ispirazione per far evolvere la loro creazione, e per scambiarsi esperienze e imparare l'uno dall'altro al fine di sviluppare le proprie carriere1". La mobilità è così al centro di una serie di azioni dell'Unione Europea, è il tema di studi e ricerche a livello nazionale e internazionale ed è oggetto di un'attenzione crescente anche in Italia.
Ma quali sono le condizioni per una carriera "mobile"? Quali opportunità esistono a livello europeo e nazionale? Quali ostacoli si possono incontrare e come possono essere superati? Qual è lo stato dell'arte e quale il livello del dibattito sul tema?
Non per rispondere a queste domande, ma per formularle meglio e aggiungerne altre, Fizz propone una serie di riflessioni sulla mobilità internazionale degli artisti e degli operatori culturali, a partire da questo primo articolo.
