L'ospitalità alternativa per il settore culturale

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Tipologia: 
Articolo
Data pubblicazione: 
Ottobre 2009
Vincenzo Bevar

Quando si parla di "mobilità" nel settore culturale, ci si riferisce solitamente ad artisti ed opere; nell'"età dell'accesso" risulta però altrettanto interessante analizzare la mobilità del pubblico, cercando di capire quali sono le strade già battute e le frontiere per il futuro. Le soluzioni per la mobilità del pubblico, in particolare per lo spettacolo dal vivo, costituiscono infatti un tema ancora da approfondire.
La teoria di Jeremy Rifkin secondo cui i dubbi e i problemi della contemporaneità non sono esclusivamente collegati alla quantità di risorse, quanto piuttosto all'accesso alle stesse da parte del fruitore, pur prendendo forma all'interno di un campo fortemente codificato come quello della sociologia, può essere facilmente applicata al settore culturale; basta pensare a quanti eventi, spettacoli, mostre e produzioni artistiche non riescono a raggiungere la totalità del loro target di pubblico potenziale per rendersi conto di come il concetto di "accesso" risulti assolutamente centrale nel dibattito contemporaneo.
Nel contesto sempre più frastagliato che caratterizza l'offerta culturale italiana, il mondo delle idee e della creatività sembra aver quasi totalmente abbandonato la dimensione "circense", nomadica, che spesso in passato ne aveva modellato i contorni ed evidenziato i caratteri. Mentre le produzioni culturali di varia natura, dal teatro alle arti visive, faticano spesso ad abbandonare la dimensione cittadina che ne veicola la nascita e lo sviluppo, un forte rapporto con le istituzioni locali – Comuni, Regioni ed in parte Province –, con il pubblico e con diversi portatori di contenuti (quali piccole associazioni culturali cittadine) può generare una localizzazione dell'offerta culturale, che diviene, in molti casi, suppellettile di politiche maggiormente orientate all'attirare turisti piuttosto che spettatori locali. Eppure il tema dell'ospitalità del pubblico rimane ancora poco esplorato.
 
Il processo tutt'altro che facile di agevolazione dell'accesso alla cultura passa per differenti fasi e percorsi, teorie ed esperimenti, che vanno dall'audience development alle politiche tariffarie, fino a formulazioni riguardanti l'accessibilità fisica; a quest'ultima, in particolare, si lega una serie di fattori che si ergono a limite e barriera nei confronti della mobilità del pubblico. Un evento che si svolge in una città italiana, infatti, trova spesso non poche difficoltà nell'attirare un pubblico interessato ma lontano geograficamente; i costi per lo spettatore che vuole assistere ad un evento serale in un'altra città diventano spesso proibitivi, poiché includono biglietto per lo spettacolo, spese di trasporto e di alloggio. L'obiettivo di questo articolo è quindi provare a mettere in evidenza alcune soluzioni sperimentate in Italia e all'estero per accelerare, agevolare e canalizzare la mobilità del pubblico, con particolare attenzione al couchsurfing.
 

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