La segnaletica esterna del museo

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Estratto dal volume "La segnalazione esterna del museo" di Claudio Rosati, seconda uscita della collana "Saper Fare nei Musei" a cura di Regione Toscana - Giunta Regionale, Direzione Generale Politiche formative, beni e attività culturali, 2008

Tipologia: 
Articolo
Data pubblicazione: 
Dicembre 2008
Claudio Rosati

"Bisogna che i monumenti cantino. E' necessario che essi generino un vocabolario, creino una relazione, contribuiscano a creare una società civile", diceva Paul Valéry che è anche l'autore della bella epigrafe sulla facciata del Musée de l'Homme a Parigi. I monumenti, in realtà, spesso stanno zitti e nascosti. Prendiamo il museo. La sua presenza nella città in cui si trova - soprattutto se non provoca lo stupore delle architetture contemporanee spettacolari che si pongono come elemento del landmark urbano - è conosciuta meno di quanto si creda. Il dato è sempre sorprendente per gli addetti, soprattutto per chi ogni giorno va da casa al museo facendo un itinerario che è entrato ormai nella sua mappa mentale. La sorpresa per un dato inaspettato spiega bene perché spesso il problema della segnaletica direzionale non sia ancora sufficientemente considerato per il valore che ha. Eppure basta una semplice riflessione. A molti sarà capitato di chiedere a un passante dove sia il museo e come questi abbia avuto la difficoltà di rispondere. A Prato è stato domandato dove fosse il Museo del Tessuto a persone incontrate lungo il percorso pedonale che va dalla stazione ferroviaria centrale alla sede in via Santa Chiara. Alcuni non lo sapevano, altri lo confondevano con il Museo Pecci ("è quello vicino all'autostrada"), un passante ha indicato con sicurezza la vecchia sede da cui in realtà si era trasferito da quattro anni e altri ancora, soprattutto i più giovani, hanno risposto invece con precisione. E' stato preso, come caso sperimentale, il museo pratese perché attivo da trenta anni, perché più di altri rispecchia la vocazione e la storia della città e, infine, perché particolarmente vivace nel proporsi all'esterno. Nonostante che il grado di conoscenza del museo non sia completo, rispetto al piccolo campione preso in considerazione, il risultato può comunque considerarsi positivo. Ribadisce però, al contempo, che anche un museo, come quello del "Tessuto", risulta sempre meno conosciuto di quanto si possa credere.

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