Le politiche teatrali di prezzo (estratto da libro "La gestione dell'impresa teatrale")

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Capitoli estratti dal libro "La gestione dell’impresa teatrale. La produzione artistica e l’economia aziendale" edito da Giannini Editore (2005).
Si ringrazia Giannini Editore per aver permesso la pubblicazione di questo estratto.

Tipologia: 
Articolo
Data pubblicazione: 
Ottobre 2005
Fabiana Sciarelli

"La confusione non è una mia invenzione…Ne siamo circondati e l’unica possibilità che abbiamo è lasciarla entrare. La sola possibilità di rinnovamento è aprire gli occhi e vedere il disordine…Ci sarà una nuova forma e…questa forma sarà tale da ammettere il caos e da non tentare di spacciarsi per qualcos’altro".
Samuel Beckett

"Ci sarà una nuova forma", questo è l’assunto dal quale il presente lavoro prende avvio. La creazione di una nuova forma che ammetta il caos.
La gestione teatrale tra il razionale e l’irrazionale, tra la forma ed il caos, tra la schematizzazione e la sua assenza, tra l’economia e gestione delle imprese ed il teatro.
Le origini del teatro si fanno risalire, più o meno uniformemente, alle Grandi Dionisie, ossia ai riti in onore di Dioniso, dio del vino, della festa, del piacere. Il primo obiettivo che il teatro si è prefissato, dunque, è stata la rappresentazione dell’irrazionale, ossia delle sconosciute forze della natura, quindi degli dei. In seguito il teatro si è concentrato sulla rappresentazione dell’uomo, ma sempre delle emozioni, delle sensazioni, dei sentimenti, dell’incomprensibile. In effetti, quindi, il teatro ha come fondamento primario quello di provare ad essere un sistema di comprensione del caos, restando caos esso stesso.
L’economia e gestione del teatro vuole compiere un’impresa simile, ossia strutturare il disordine, essendo però pienamente consapevole che l’oggetto principale dell’azienda teatro resta e deve restare frutto dell’estro, frutto di Dioniso e non di Apollo.
Presupposto di questo lavoro e della corretta economia e gestione dell’impresa teatrale è quindi rispettare il prodotto teatrale, in quanto prodotto sociale e non commerciale, frutto della creazione irrazionale, narrazione in evocazione di atmosfere, senza provare in alcun modo a manipolarlo o ad utilizzarlo per scopi economici. Prima di approcciare la lettura di questa monografia è quindi, a mio parere, molto importante comprendere che l’economia e gestione dell’impresa teatrale è una disciplina a se stante, che prende in prestito alcuni strumenti del management tradizionale, ma non per questo è ad esso assimilabile tout cour.
I principi dell’aziendalista e le idee dell’umanista non devono, ne' possono, limitare la solidità di una disciplina di confine.
Questo lavoro intende essere un’immersione nel confine, un rischioso tentativo di mettere insieme l’apollineo ed il dionisiaco, di conciliare due filoni di pensiero, due metodi di ragionamento, due sistemi contrapposti da anni, avvicinandoli a tal punto da creare una vita, diversa, nuova e assolutamente indipendente.
 

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