Cross Media: quando l'unione fa la forza

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Tipologia: 
Articolo
Data pubblicazione: 
Dicembre 2005
Francesca PasqualiGiuliano GaiaStefania Bojano

Se riguardiamo al periodo tra il 1995 e il 2000 - quando l'interesse dell'industria dei media per Internet era al suo apice e la rete si stava rapidamente diffondendo – possiamo riconoscere due idee in conflitto tra loro sulla relazione tra media e Internet.
All’incirca, possiamo riassumerle così:

  • L’idea che Internet avrebbe causato la fine dei mass media. Per esempio, la tesi tecno-utopista sosteneva che i mass media sarebbero svaniti sotto la spinta del Web e delle sue caratteristiche più rivoluzionarie, come la personalizzazione. Altri pensavano che gli utenti avrebbero dedicato tutto il loro tempo-media alla navigazione su web, a scapito di stampa, radio e TV.
  • L’idea che Internet stessa avrebbe perso la maggior parte delle sue caratteristiche distintive a causa della colonizzazione delle industrie dei media, diventando un mass medium con tutte le connotazioni negative che arrivano insieme con l’idea di "mass" media: vasti conglomerati, orientati al profitto, che parlano a un’audience passiva e indistinta (naturalmente questa descrizione dei media è abbastanza naïf ed è stata criticata dagli studiosi dei media e dai sociologi; al riguardo, vedi Thompson, 1995).

Entrambi gli scenari erano basati sull’idea che la relazione tra i "nuovi" e i "vecchi" media possa essere descritta in termini di impatto, di scontro che produce rapidi stravolgimenti.
Dieci anni dopo, niente di tutto questo è successo. I mass media sono ancora vivi e vegeti, e la rete conserva pienamente le sue caratteristiche distintive: è ancora uno spazio dialogico, orizzontale e plurale di produzione e consumo di contenuto.
 

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