Un'asta on-line per gli oggetti di scena del Teatro Massimo di Palermo

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Tipologia: 
Articolo
Data pubblicazione: 
Marzo 2001
Giovanni Callea

Vendere all'asta gli oggetti di scena ha comportato la necessità di organizzare in maniera precisa anche gli aspetti logistici; alcune delle difficoltà erano legate al fatto che si trattava di attività troppo lontane dalle procedure abitualmente adottate in un Teatro d'opera. Prima di iniziare le aste è stato stipulato un accordo con una casa di spedizione ed è stata richiesta una tariffa unica per tutte le destinazioni che fosse semplice da calcolare rispetto al volume dell'oggetto: questo accordo si è rivelato di estrema utilità dal momento che gli utenti sono soliti chiedere il costo della spedizione prima di fare l'offerta o di confermare l'acquisto. Il contratto con il corriere ha previsto il ritiro e l'imballo sia perché la consegna al corriere costituisce essa stessa un costo sia perché si è ritenuto prudente fare curare l'imballo direttamente da chi poi avrebbe effettuato la spedizione, così da liberare il Teatro da ogni responsabilità.

L'esperienza fatta ha dimostrato che se lo spedizioniere dispone di e-mail se ne ricavano enormi vantaggi e facilitazioni: in tal modo infatti gli utenti possono essere messi direttamente in contatto con esso, e tutto l'iter viene di molto semplificato. Quanto agli oggetti, conviene predisporre una scheda tecnica piuttosto approfondita che dia indicazioni precise sulle misure, ma anche sui materiali e sulle tecniche di lavorazione: gli utenti infatti tendono a porre domande a volte imprevedibili.
Per quel che riguarda la promozione dell'iniziativa, la visibilità garantita sulla home page della casa d'aste e il buon numero di visitatori del sito della Fondazione non hanno reso necessari altri interventi.

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