Teatro e educational, il Mercat de les Flors di Barcellona

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Tipologia: 
Articolo
Data pubblicazione: 
Dicembre 2000

 
La Spagna vive, ormai da vent'anni, un fiorente sviluppo economico e sociale: dalla morte del dittatore Francisco Franco e dalla instaurazione della democrazia monarchica nel 1978, la Spagna sembra non perdere un colpo nel suo intenso processo di sviluppo, alla rincorsa di standard sociali, economici e civili superiori per equiparare il livello delle grandi potenze industrializzate dell'occidente.
 
Nell'ultimo decennio la Spagna ha vissuto un boom irrefrenabile - la crescita e il progresso ha riguardato ogni ambito - si è registrato un tasso di crescita del PIL tra i più alti del mondo, accompagnato da uno strabiliante abbassamento del debito pubblico.
In questo "euforico" contesto di prosperità, naturalmente, anche la vita culturale del paese si è evoluta. Lo "spettacolo" ha visto emergere non solo tanti nuovi autori, nuovi interpreti e nuove scuole, ma si è ben presto arricchito della "effervescente" esperienza commerciale e industriale. La Spagna è uscita dal suo storico isolazionismo peninsulare, si è aperta al mondo, osservando, imparando e proponendosi come polo culturale e artistico, soprattutto verso il grande bacino mondiale di lingua spagnola.
 
Lo "spettacolo dal vivo" ha saputo crescere nel contesto internazionale non soltanto valorizzando il ricchissimo patrimonio nazionale, ma ha anche arricchendolo, accogliendo contributi ed esperienze, favorendo il soggiorno ad artisti provenienti da tutti i paesi del mondo.
Hanno "brillato" soprattutto le grandi città della penisola iberica, Madrid e Barcellona, che si sono caratterizzate non solo come piazze di una fervida azione privata, di un vivace e salutare libero "capitalismo", ma anche come realtà nelle quali l'amministrazione pubblica, grazie all'autonomia culturale di cui godono gli enti locali spagnoli, ha mostrato la sua efficienza, riuscendo a creare testi e contesti urbani attenti, "rurali" e innovativi.

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