I consumi culturali dei cittadini stranieri. La domanda e l'offerta a Bologna e provincia
L'implementazione di servizi bibliotecari non può prescindere dall'analisi della fisionomia e dei bisogni della comunità destinataria: una "comunità", nella maggior parte dei casi, strutturalmente modificata dai flussi migratori e in costante cambiamento, che impone alle biblioteche, per offrire servizi davvero rilevanti per i nuovi cittadini, di confrontarsi con elementi finora ritenuti estranei, quali l'appartenenza etnico-religiosa, le abitudini culturali e i comportamenti sociali diversi, la capacità di impiegare le tecnologie informatiche nella vita quotidiana, la disponibilità di materiali per l'apprendimento delle lingue "altre", il ricorso ai media satellitari, le preferenze nell'impiego degli spazi sociali.
La ricerca I consumi culturali dei cittadini stranieri. La domanda e l'offerta a Bologna e provincia, svoltasi nel corso del 2007, si è articolata secondo un duplice obiettivo: comprendere quali sono i bisogni culturali dei cittadini stranieri e come vengono soddisfatti dalle biblioteche e dalle istituzioni sul territorio. Lo studio, che ha il pregio di essere non la prima, ma comunque la più ampia ed esaustiva indagine svolta ad oggi sul tema in Italia, ha indagato da un lato i consumi culturali degli stranieri, le caratteristiche, le differenze rispetto ai consumi della popolazione italiana, le modifiche successive all'esperienza migratoria, le variabili più influenti nella scelta dei consumi; dall'altro, il modo in cui le biblioteche e le istituzioni del territorio rispondono alle esigenze espresse da questa fascia di popolazione, l'adeguatezza o meno dell'offerta culturale e il ruolo delle biblioteche.
Attraverso questionari e focus group somministrati presso la Biblioteca Sala Borsa di Bologna e alcuni CTP di Bologna e provincia, la ricerca ha preso in considerazione tutto il campo della produzione culturale: la lettura, la frequentazione di teatri e cinema, l'ascolto di musica, i grandi eventi pubblici e i musei. Particolare attenzione è stata data all'informazione e ai mezzi di comunicazione, quali televisione, quotidiani e riviste, Internet, anche per il loro ruolo di media con cui tenersi in contatto con parenti e amici nel Paese di origine o in altri Paesi.
Dai dati raccolti, e dal confronto con altri dati nazionali e locali, è emerso come le abitudini e i consumi culturali della popolazione straniera di Bologna e provincia siano influenzati, oltre che dalle variabili sociodemografiche normalmente rilevanti per spiegare questo tipo di consumi (età, genere, titolo di studio, tipo di impiego), anche da elementi quali l'area geografica di provenienza, il livello di conoscenza della lingua italiana e l'anzianità di insediamento sul territorio italiano, fattori peculiari che distinguono la popolazione di origine straniera rispetto alla popolazione locale.
La ricerca conferma, inoltre, come l'esperienza migratoria determini una modifica molto profonda delle abitudini e dei consumi culturali, inclusa la frequenza delle biblioteche. Le biblioteche costituiscono comunque un luogo di riferimento per chi è arrivato da poco in Italia e ha bisogno di servizi e informazioni per la prima accoglienza: sebbene altri uffici e istituzioni svolgano primariamente questa funzione, la biblioteca è percepita come un luogo più aperto e accessibile, in cui non si praticano forme di esclusione sociale, per cui costituisce un luogo privilegiato per la ricerca dell'informazione di comunità, ruolo niente affatto scontato in Italia.
Fra le esigenze espresse da parte dell'utenza straniera nei confronti del servizio bibliotecario emerge quella di incontrare in tali centri più personale poliglotta e di avere a disposizione un servizio di orientamento che aiuti chi ha difficoltà ad accedere al servizio, senza per questo farlo sentire "diverso".
Di contro, dai questionari distribuiti alle biblioteche bolognesi emerge come queste continuino a concepire la "multicultura" come offerta di raccolte, in particolare librarie, in altre lingue, piuttosto che come principio sotteso all'organizzazione generale della biblioteca e dei suoi servizi. Gli sforzi si concentrano dunque sull'offerta di documenti (compito spesso molto oneroso, vista la numerosità delle comunità linguistiche presenti sul territorio), piuttosto che sulla rimozione degli ostacoli che gli stranieri possono incontrare nella frequentazione della biblioteca. D'altra parte, la mancanza di sistemi di rilevamento certi impedisce di conoscere il numero reale di utenti con cittadinanza straniera iscritti al prestito.
I risultati delle ricerca, che si dichiara esperienza "esportabile" in altre realtà, provano come la rete delle biblioteche territoriali può contribuire efficacemente a minimizzare i pregiudizi e offrire mezzi concreti per una corretta inclusione sociale dei nuovi cittadini, a patto che possa avvalersi di nuovi e opportuni piani di investimento pubblico che consentano una programmazione più ampia e più sostenibile nel tempo, che allarghi il fuoco degli interventi dalla sola acquisizione e organizzazione di materiale alla realizzazione di iniziative finalizzate al dialogo interculturale e alla tutela delle identità culturali e renda possibili un potenziamento e una diversificazione del personale.
La ricerca è integralmente scaricabile