Musei Virtuali. Come non fare innovazione tecnologica
Il bel libro di Antinucci, in poco più di 120 pagine, racconta con lucida disillusione una storia di incontri mancati, di strade che non trovano intersezioni, come gli annodamenti autostradali metropolitani che danno luogo a figure lobate, a quadrifogli, ad incroci in cui ciascuna fascio di corsie corre su di un proprio livello, senza intersezioni a raso con il resto della "matassa" autostradale.
E il primo incontro mancato, pur in presenza di un incremento forte di visitatori ai musei, è proprio quello con in i contenuti di cui i musei sono depositari. Con pochi tratti di penna e un'analisi essenziale di dati, Antinucci evidenzia come la polarizzazione del grande pubblico su un numero ristretto di musei e beni culturali blockbuster sia un chiaro sintomo di come il fenomeno dell'attrazione sia sempre più in relazione al marchio, al brand, alla meta imperdibile pre-costruita in base a logiche di flusso e di capacità di comunicazione. Grandi opere, offerte culturali ricchissime al di fuori dei circuiti di notorietà, al di fuori della logica del brand, languono in situazioni marginali.
Se poi si verifica - all'interno del museo - ciò che effettivamente viene compreso, ricordato e assimilato, ecco allora che emerge un altro incontro in gran parte mancato: la capacità di sintonia e di comunicazione tra esposizioni e utenti appare debole, quando non debolissima, affidata ad una molteplicità di fattori all'interno dei quali la presenza in sala, l'esperienza personale della visione pare stemperarsi e diluirsi, dando luogo a sorprendenti nebulose cognitive.
Eppure non era questa la promessa della multimedialità nei musei, quello di rendere più potente il rapporto comunicativo, di ricontestualizzare gli oggetti ridando loro senso, di colpire emotivamente e contemporaneamente informare ed istruire, di divenire interfacce comunicative capaci di riannodare le trame di linguaggi diversi?
Sebbene non siano mancati alcuni esempi di riferimento, si direbbe questo uno dei più importanti incroci mancati - fatto paradossale - pur in presenza di una pletora di progetti per l'utilizzo delle nuove tecnologie nei musei e nei beni culturali. Tecnologia il più delle volte ripiegata su stessa, impegnata a risolvere problemi specifici dal punto di vista dell'ingegnerizzazione di processi e modestamente, quando non pretestuosamente, legata al mondo dei musei e dei beni culturali.
Una tecnologia quasi autistica che s'interfaccia con un mondo dei beni culturali e dei musei che soffre a sua volta d'afasia quando deve esprimere le proprie necessità, quando deve progettare modalità complesse di comunicazione con il proprio pubblico ed indicare a quali funzioni, a quali requisiti e a quali prestazioni debba rispondere la tecnologia. Una delle tante varianti delle difficoltà dell'ente pubblico a costituirsi come committente in grado di orientare la ricerca. Ma la partita non è persa, se si ridefinisce il problema nei suoi termini costitutivi e se al centro ritorna il progetto culturale di comunicazione con il pubblico: un progetto culturale che riguarda soprattutto gli operatori della cultura e dei musei, perché si liberino di sospetti preventivi ed entusiasmi ingenui rispetto alla tecnologia, e costruiscano quadri cognitivi entro cui dettare il sistema delle prestazioni a cui la tecnologia deve rispondere.
Un libro che fa riflettere nello specifico dei problemi e che spinge ad affrontare in prima persona la costruzione di un progetto culturale complesso all'interno del quale la tecnologia possa giocare il ruolo di facilitazione, di implementazione e di abilitazione della capacità di percezione e comprensione che potrebbe esserle proprio.
Indice dei contenuti
Promesse non mantenute?
Qual è il problema
Musei e visitatori: numeri
Cosa si dovrebbe fare
Perché non lo si fa: ostacoli
Rimedi agli ostacoli
La ricerca: caratteri e distorsioni
Le conseguenze
Rimedi: raddrizzare la curva
Rimedi: come fare
Una leadership ancora possibile e le sue condizioni
Museo sul web
Museo sul web: alcuni numeri
Dal museo sul web al museo virtuale
Il museo virtuale
Conclusione
Riferimenti bibliografici